Mal di pancia

“Come stai?”

“Bene.”

Non è vero, mamma, ho mal di pancia.

Ho mal di pancia perché ho quindici anni.

Perché ho quindici anni e a scuola oggi non ci voglio andare.

Non ho studiato per l’interrogazione perché ogni volta che aprivo il libro leggevo il suo nome.

Avevo in mente solo quello.

Credo sia il mio primo amore, mamma.

Mi scrive da qualche giorno e ogni volta che il telefono vibra mi viene mal di pancia.

Un buco nello stomaco, come se avessi fame.

Ho fame di questa storia, mamma, voglio vedere dove mi porta questo primo amore, anche se il prossimo mese potrei odiarlo con tutta me stessa.

Ho voglia di vivere quell’amore da film, ho voglia di amare come fanno i grandi.

Ma io grande non sono, sono un miscuglio, né carne né pesce. Bambina che vuole l’abbraccio della mamma, amante che si sente donna e seduttrice, adolescente che nasconde un mal di pancia.

Mi ha dato appuntamento alle macchinette, mamma.

I grandi si danno continuamente appuntamenti mascherati da “ti va un caffé?”. Ha provato a farlo anche lui, ma noi siamo ancora piccoli e il nostro appuntamento è nella coda davanti alle macchinette con un sacco di gente intorno e il caffé solubile che fa schifo.

Però mi ha baciato, mamma.

Un attimo dopo il suono della campanella, un po’ nascosti dietro la macchinetta.

Mi è venuto un mal di pancia fortissimo in quel momento. E poi è andato via di colpo, appena ho sentito le sue labbra.

Il mio primo bacio.

Tornando a casa dopo scuola tu mi chiederai:

“Com’è andata?”

“Bene.”

Ho preso 5/6 di interrogazione, mamma.

Non te lo dico, lo scoprirai dal registro elettronico e ti arrabbierai un po’.

Però ho dato il mio primo bacio.

Non ti dico nemmeno questo.

Stamattina ti nascondevo un mal di pancia.

Ora è sparito, ma io continuo ad avere un piccolo segreto.

Un amore segreto adolescenziale, un mal di pancia che una mamma non è tenuta a sapere.

Sono sempre meno bambina, mamma.

Sono finiti i tempi in cui sfregavi il palmo della tua mano sulla mia pancia e ripetevi una filastrocca per farmi passare il male.

Cresco in fretta.

So che lo vedi.

Stasera ti tenevi la borsa dell’acqua calda sul ventre: chissà quanti mal di pancia mi nascondi, mamma.

Abbiamo imparato a tenere segreti i nostri mal di pancia, a soffrire in silenzio senza farci vedere.

Chissà cosa mi nascondi, mamma.

Chissà quanti mal di pancia ancora ti nasconderò.

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